Biografia

1888 Antonio Sant'Elia nasce a Como il 30 aprile 1888, da Luigi, di professione parrucchiere (Como 1845-1914), e Cristina Panzillo (Capua 1848-Como 1922).

1899 Alla fine del XIX secolo la città attraversa una fase di benessere economico favorito dallo sviluppo dell'industria tessile e dal turismo. A questi fattori si legano il potenziamento delle infrastrutture terrestri e lacustri nonché la costruzione di nuovi alberghi con la conseguente ridefinizione del paesaggio. Consapevole di essere un centro attivo e vitale, Como celebra la propria prosperità nel 1899 con la grande Esposizione Voltiana per celebrare il centenario dell'invenzione della Pila, mostra nella quale vengono presentati i prodotti dell'industria tessile e valorizzato il patrimonio storico-artistico lariano. L'evento è di straordinaria importanza emotiva per l'undicenne Sant'Elia, specialmente per l'allestimento espositivo dell'ingegner Eugenio Linati, con padiglioni in legno e un ingresso spettacolare caratterizzato da due imponenti riproduzioni della Pila con ascensore interno e una serie di fontane luminose. In occasione della mostra, l'impianto pubblico di illuminazione a gas viene parzialmente sostituito da una rete elettrica ed entrano in funzione i primi tram.

1903 Dopo aver ottenuto la licenza alle scuole tecniche di Cantù, entra nel 1903 nella sezione di costruzioni civili, idrauliche e stradali della Scuola di Arti e Mestieri G. Castellini a Como.

1906 Consegue il diploma di perito edile-capomastro con 160 punti su 200.
Nello stesso anno viene inaugurata a Milano l'Esposizione del Sempione, che Sant'Elia certamente ha modo di visitare.

1907 A diciannove anni, si trasferisce a Milano e trova lavoro prima come capomastro per le opere di completamento del Canale Villoresi, attività che gli permette di vedere la centrale idroelettrica di Vizzola Ticino, poi come collaboratore di disegno edile presso l'Ufficio Tecnico del Comune.
Durante il soggiorno milanese vive in diretta i problemi della crescita della metropoli e conosce le innovazioni tecnologiche ed igieniche promosse dall'amministrazione milanese. L'aumento demografico e la necessità di adeguarsi a nuovi standard qualitativi avevano indotto a realizzare, anche se in forma parziale, la rete di distribuzione dell'acqua potabile, le fognature, l'illuminazione elettrica, edifici destinati alle scuole e ai ricoveri di carità, il Cimitero Monumentale e il Macello. I temi della trasformazione urbana e del rinnovamento della viabilità stradale, resa necessaria dalla crescita del traffico, sono tematiche nuove, colte da Sant'Elia accanto alla questione dell'abitazione popolare, affrontata nei concorsi, nelle esposizioni e nei congressi, e alla quale si tenta di dare risposta con la progettazione di edifici plurifamiliari e multifunzionali, da localizzare in periferia.

1908 Invia al periodico milanese "La Casa", che lo pubblica nel gennaio 1909, il progetto per una villa unifamiliare ispirato formalmente al secessionismo, riscuotendo sulla rivista un commento parzialmente positivo, con alcune osservazioni critiche.

1909 In novembre si iscrive al Corso di Architettura Superiore presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Frequenta i corsi di Prospettiva, Ornato e Architettura e segue le lezioni di Giuseppe Mentessi (geometria), Angelo Cattaneo (prospettiva e scenografia), Enrico Butti (scultura), Cesare Tallone (pittura) e Gaetano Moretti (architettura). Trova alloggio in corso Garibaldi, affittando una stanza in una casa popolare con il coetaneo scultore Giovanni Possamai.
La frequentazione dell'Accademia consentiva il conseguimento del diploma di professore in disegno architettonico. Un'istruzione di carattere più tecnico e il conferimento del titolo di ingegnere civile o di architetto era invece possibile attraverso la frequentazione del Politecnico. Brera tuttavia rappresentava un centro fondamentale di aggregazione e di dibattito. Qui studiano, tutti egualmente insoddisfatti del Verismo e del Simbolismo allora in voga, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gerolamo Fontana, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Mario Chiattone, Carlo Erba e Giovanni Possamai, che Sant'Elia frequenta prima del suo incontro con Marinetti e con il Futurismo. Alcuni locali milanesi, tra cui i Caffè del centro, il Campari e il Cova, rappresentano altri luoghi d'incontro. Sant'Elia in essi ha rapporto, fra gli altri, con i pittori Romolo Romani, Anselmo Bucci, Aroldo Bonzagni, il critico d'arte e scrittore Mario Buggelli, lo scrittore Marco Ramperti.

1910 Alla fine del primo anno d'Accademia, con i voti di 9.50 in architettura, 6 in ornato e 5 in prospettiva, viene ammesso al secondo, che frequenta solo per un breve periodo.

1911 Ottiene una menzione d'onore al Concorso per un villino moderno bandito nel 1908 dall'Unione Cooperativa "Milanino", che si proponeva di costruire una città-giardino nell'area compresa fra Cusano Milanino e Cinisello Balsamo.
Per celebrare il cinquantesimo anniversario del Regno d'Italia si svolgono due importanti Esposizioni Internazionali a Roma (dedicata all'arte) e a Torino (dedicata all'industria). Documentata è la visita di Sant'Elia alla sede romana con un gruppo di amici, tra cui Luigi Pellini, Romeo Moretti e il pittore Giulio Cantoni. Risulta determinante per lui la visione del padiglione austriaco progettato da Josef Hoffmann, in cui sono esposti i dipinti di Gustav Klimt e Franz Von Stuck, dello scultore Anton Hanak le riproduzioni di alcuni progetti di Otto Wagner e dei suoi allievi, Emil Hoppe, Marcel Kammerer e Otto Schöntal. L'esposizione romana ospita inoltre il Concorso Nazionale di Architettura dedicato alla "casa moderna". E' assai probabile anche la visita all'Esposizione torinese, dove il pubblico apprezza in modo particolare il padiglione ungherese progettato da Emile Töry e Maurice Pogány.
Alla fine dello stesso anno lavora, con Italo Paternoster, amico e compagno di studi a Brera, alle tavole connesse al Concorso Internazionale per il Nuovo Cimitero di Monza, che sarà bandito nel febbraio del 1912. Il progetto della coppia Sant'Elia-Paternoster, individuato dal motto "Crisantemo", si classifica tra i finalisti.

1912 Esegue per lo studio dell'architetto Arrigo Cantoni alcune tavole per la seconda fase del Concorso della Nuova Stazione Ferroviaria di Milano. Presso lo stesso studio stringe amicizia con il designer e argentiere Arrigo Finzi, conosciuto nel 1909. Per lui progetta alcune stoviglie, che avranno un breve periodo di produzione dal 1914 sino alla partenza di entrambi per la guerra. Rientrato dal fronte, Arrigo Finzi riapre la fabbrica di via Caminadella e riavvia la produzione, senza incontrare il favore della committenza. Solo nel 1933, con il deposito del marchio "Sant'Elia", posate, vasi, servizi da caffè in argento che tuttavia sono di gusto decò, assai diversi da quelli liberty disegnati dall'architetto comasco, riscuoterà successo presso gli acquirenti, ricevendo un particolare apprezzamento da parte di Giò Ponti.
Progetta e realizza, insieme all'amico Gerolamo Fontana, Villa Elisi in località Le Colme a San Maurizio, sopra Brunate (Como), su commissione dell'industriale Romeo Longatti. La villetta presenta nel timpano, oggi distrutto, decorazioni geometriche, debitrici della cultura viennese, la cui diffusione era favorita da alcune riviste italiane, come "L'Arte Decorativa ed Industriale" di Camillo Boito, "Emporium" e "L'Illustrazione italiana", e straniere. La stessa architettura milanese era attenta alle sperimentazioni d'Oltralpe. La progettazione degli architetti Gaetano Moretti, Giuseppe Sommaruga, Ulisse Arata, Angelo Cattaneo e Ernesto Pirovano, trovava nei modelli austriaci gli spunti per un linguaggio intermedio tra novità e tradizione, che incontrava il favore della nuova borghesia imprenditoriale in ascesa. Gli amici Gerolamo Fontana e Mario Chiattone possedevano pubblicazioni su Wagner e la Wagnerschule. Lo stesso Sant'Elia acquista l'annuario della Wagnerschule del 1902.
Lasciata l'Accademia di Brera, in ottobre affronta e supera gli esami di abilitazione come professore di disegno architettonico all'Accademia di Belle Arti di Bologna (242/280), ottenendo il voto più alto nel progetto per la Facciata con portale del transetto di una grande chiesa metropolitana. Ottiene una votazione elevata nelle prove pratiche (67\70 e 70\70), minore nel saggio di relazione (49\70) e nel colloquio finale (56\70).

1913 Affitta dal pittore Carlo Prada un locale in via S. Raffaele (al n. 3) a Milano, a pochi passi dalla Centrale Elettrica di Santa Radegonda, attrezzandolo come studio e alloggio.
Avvia una riflessione sul linguaggio architettonico più personale, svincolata dal gusto della committenza, progettando i primi elementi della sua Città Nuova.
Con lo studio di Arrigo Cantoni collabora all'elaborazione del progetto di Concorso per la Nuova sede della Cassa di Risparmio di Verona, contrassegnato dal motto "Costruire". La stesura delle tavole finali è suddivisa tra Sant'Elia (prospetti e sezioni), l'architetto Tancredi Motta (piante), e il pittore Leonardo Dudreville (vedute prospettiche acquerellate). Il progetto sarà ammesso al secondo grado di concorso e verrà classificato al terzo posto finale.

1914 Partecipa al Concorso per la Nuova Chiesa Parrocchiale di Salsomaggiore, bandito il 1° febbraio.
Partecipa a due manifestazioni espositive, che denunciano il clima di insoddisfazione nei confronti della cultura ufficiale e di ricerca di spazi espositivi alternativi. In marzo espone alcuni disegni alla mostra collettiva, organizzata dall'Associazione Lombarda Architetti presso il Palazzo della Permanente e curata da Giovanni Rocco, accanto ad opere di Raimondo D'Aronco, Giuseppe Sommaruga, Ranieri Arcaini, Ulisse Stacchini, Tancredi Venturini, Orsino Bongi, Angiolo D'Andrea, Cesare Mazzocchi, Giovanni Broglio e Marcello Piacentini. Dal 20 maggio al 10 giugno partecipa alla mostra del gruppo Nuove Tendenze, fondato nel febbraio precedente da Ulisse Arata, Decio Buffoni, Gustavo Macchi e Ugo Nebbia, presso la sede della Famiglia Artistica Milanese in via Agnello 8. Espone le tavole della Città nuova (La città nuova, Stazione per aeroplani e treni, La casa nuova, tre Centrali elettriche e cinque Schizzi d'architettura) accanto alle opere di Leonardo Dudreville, Mario Chiattone, Carlo Erba, Achille Funi, Giovanni Possamai, Adriana Bisi Fabbri, Marcello Nizzoli e Alma Fidora. Le tavole di Sant'Elia appaiono di una modernità sorprendente e catalizzano l'attenzione del pubblico. Nel catalogo compare un suo breve scritto che confluirà, con aggiunte e rimaneggiamenti di Marinetti e compagni, nel Manifesto dell'architettura futurista, divulgato in luglio attraverso un volantino stampato dalla tipografia Taveggia di Milano e successivamente pubblicato dalla rivista «Lacerba» il 1° agosto. Guarda il Manifesto
Su incarico di Filippo Tommaso Marinetti disegna la copertina del volume Ponti sull'oceano che raccoglie poesie di Luciano Folgore.
In luglio si candida nella lista dei Socialisti rivoluzionari, facenti capo ad Arturo Labriola, alle elezioni amministrative di Como. Ottiene un buon risultato (2446 voti), posizionandosi al quarto posto, e viene eletto consigliere comunale tra i banchi dell'opposizione.
La popolarità raggiunta a Como gli frutta alcuni incarichi: i progetti della scuola nel quartiere Viganò (mai realizzata), della decorazione della facciata e della recinzione della scuola Francesco Baracca in via Brambilla, e della decorazione della facciata di un edificio in via Cesare Cantù, dove il padre aveva gestito il negozio da parrucchiere.
Progetta, su commissione, la Nuova sede della Società dei Commessi di Como, non realizzata.
In dicembre conclude il progetto del Monumento funerario per Gerardo Caprotti, al quale si stava dedicando dall'ottobre del 1913. La tomba venne costruita dall'impresa Donzelli nel cimitero di Monza nella versione più economica fra quelle disegnate da Sant'Elia.

1915 Si arruola assieme ad altri futuristi, tra cui Marinetti Boccioni e Russolo, nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti, comandato dal capitano Carlo Monticelli.
Dopo un breve addestramento a Gallarate, viene assegnato alla Terza Compagnia, Ottavo Plotone, con Boccioni, Bucci, Buggelli, Erba, Funi, Sironi, Piatti e Marinetti.
In luglio, durante la sosta gallaratese, i futuristi organizzano alcuni spettacoli teatrali di beneficenza per le famiglie dei soldati al Teatro di Condominio e a Sant'Elia è affidato il coordinamento della scenografia.
Tra agosto e settembre il battaglione viene trasferito a Peschiera, dove si stabilisce nella Polveriera Ronchi.
A fine ottobre i Volontari Ciclisti vengono accorpati agli Alpini, partecipano ad un duro programma di addestramento e alla fine prendono parte alla conquista di Dosso Casina, occupata dagli Austriaci.
Il 30 novembre 1915 il Battaglione viene sciolto e a dicembre Sant'Elia e i suoi compagni ottengono un periodo di licenza.

1916 In maggio riparte da Como per il Carso con il grado di sottotenente di fanteria e viene assegnato al 225° reggimento della Brigata Arezzo, nella V Armata. A Monte Cucco il Corpo d'armata riesce a far arretrare gli Austro-Ungarici fino al Monte Zebio ad Asiago, dove il 6 luglio Sant'Elia viene ferito al capo durante un'azione, segnalandosi per lo sprezzo del pericolo e il comportamento generoso nei confronti di commilitoni in difficoltà . Già il 16 luglio, decorato con una medaglia d'argento, torna a combattere. Dopo un breve periodo sul monte Baldo, raggiunge il suo reggimento a Monfalcone, dove viene incaricato dal comandante, il generale Napoleone Fochetti, di progettare il Cimitero di Guerra della Brigata. I lavori iniziano subito sotto la direzione del capomastro Nino Dabbusi.
Il 10 ottobre 1916 durante l'ottava delle undici battaglie dell'Isonzo muore colpito in fronte da una pallottola di mitragliatrice mentre alla testa del suo plotone muove all'assalto della Quota 77, alle pendici dell'Hermada.
Viene sepolto nel cimitero militare della Brigata Arezzo di Monfalcone, da lui stesso disegnato, e decorato con una seconda medaglia d'argento alla memoria. Le esequie, senza la salma, vengono celebrate a Como il 12 novembre 1916. Durante una seduta del consiglio comunale di Como lo commemora il capogruppo socialista avvocato Angelo Noseda.

1921 Il 23 ottobre la cassetta contenente i suoi resti viene traslata al Cimitero Maggiore di Como in una delle celle destinate ai "Benefattori, Benemeriti e Martiri della Patria". Alla cerimonia, organizzata dalle autorità locali, partecipano membri dei Fasci di Combattimento e alcuni socialisti, ma è il futurista Russolo a pronunciare il discorso celebrativo.

1930 In settembre è allestita nel Broletto di Como una mostra con 95 suoi disegni, a cura di Michele Leskovic, in arte Escodamè, che passerà poi a Milano (Galleria Pesaro) e a Roma (Circolo degli Artisti di via Margutta, quindi alla prima Quadriennale).
Il 14 ottobre 1930 vengono celebrate le onoranze al Teatro Sociale di Como.
Grazie all'intervento di Marinetti, si decide di realizzare un Monumento ai Caduti sulla base di un suo disegno di "Torre con lanterna", che, su proposta di Marinetti, sarà adattato per l'occasione .in un primo tempo da Giacomo Prampolini, mentre la versione definitiva verrà realizzata da Attilio e Giuseppe Terragni.
La Famiglia artistica di Milano e il Comune di Como gli attribuiscono un'onorificenza e il Politecnico di Milano la "laurea ad honorem".