Primi progetti 1909-1912
Nei disegni realizzati tra il 1909 e il 1912 Sant’Elia fa riferimento a diverse fonti d’ispirazione. Ai modelli del panorama architettonico italiano coniuga l’interesse per gli esempi d’Oltralpe e in particolare per quanto prodotto dalla Secessione viennese, la cui divulgazione è favorita sia da riviste, sia da pubblicazioni di settore (gli amici Gerolamo Fontana e Mario Chiattone possedevano i quaderni della Wagnerschule 1902-03 e 1903-04, editi a Lipsia nel 1905). Alla Scuola di Vienna guardavano del resto gli architetti attivi in Italia, Giuseppe Sommaruga, Raimondo D’Aronco, Giulio Ulisse Arata, Ulisse Stacchini, e gli insegnanti conosciuti all’Accademia di Belle Arti di Brera, Gaetano Moretti, Giuseppe Mentessi e Angelo Cattaneo. Non secondario nella divulgazione delle esperienze europee è il ruolo esercitato dalle Esposizioni internazionali, in particolare quelle di Torino e di Roma del 1911, realizzate per celebrare il cinquantesimo anniversario del Regno d’Italia.
Lo studio di corpi edilizi a pianta centrale, composti da volumi semplici o aggregati, sormontati da coperture a cupola o a piramide, e la soluzione progettuale dei portali rinserrati da pilastri, trovano riscontro nelle architetture di Joseph Maria Olbrich, Josef Hoffmann, Karl Ernstberger, Rudolf Perco, Oskar Schober e altri.
Il repertorio decorativo caratterizzato da linee eleganti e flessuose, dalla presenza di figure femminili longilinee e emaciate, dall’uso dell’oro, rivela l’influenza di Gustav Klimt e di Egon Schiele. Le fisionomie caricate riflettono la cifra stilistica dei pittori Romolo Romani e Antonio Rubino. Il senso di decadenza, connesso al sentimento della morte, risente della temperie di Arnold Böcklin e Edvard Munch. Dal pittore Franz Von Stuck deriva il motivo dei corpi umani intrappolati nelle spire di enormi serpenti.
Una menzione a parte va riservata al disegno raffigurante una Torre con lanterna, realizzato, secondo un gusto ancora secessionista, nel 1912. Due anni dopo, nel 1914, è scelto per la mostra di Nuove Tendenze dallo stesso architetto, che ne aggiorna la data. Nel 1930, per l’esposizione al Broletto di Como, Michele Leskovic (Escodamé) gli assegna il titolo Torre faro e Filippo Tommaso Marinetti lo propone quale modello per realizzare il Monumento ai Caduti di Como, affidando il compito di renderlo adattabile alla nuova funzione ad Enrico Prampolini, che però non ebbe l’occasione di completare l’incarico con un progetto esecutivo e venne sostituito da Giuseppe Terragni, affiancato dal fratello Attilio nella realizzazione.
Tecnica: matita nera, pastelli azzurro, arancio e rosso, acquerello verde su carta
Misure (in mm): 263x128
Datazione: databile 1912
Proprietà: Comune di Como
Collocazione: Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi, Como
Numero inventario: A321
Tecnica:
Misure (in mm):
Datazione: 1912 (?)
Proprietà: Comune di Como
Collocazione: ignota